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Bollettino IACM del 12 Giugno 2005

Scienza: il THC aiuta a ridurre la nausea conseguente alla chemioterapia dei tumori

I risultati di un nuovo studio mostrano che le capsule di THC (dronabinolo) servono a ridurre la nausea e il vomito conseguenti alla chemioterapia dei tumori. Lo studio è stato presentato il 16 maggio al Convegno Annuale della Società Americana di Oncologia Clinica tenutosi ad Orlando, USA. Lo studio, che utilizzava il Marinol, THC sintetico della Solvay Pharmaceuticals, era stato condotto da ricercatori afferenti, fra gli altri, al Bethesda Memorial Hospital di Boynton Beach, Florida, al Compassionate Cancer Care di Fountain Valley, California ed al Duke University Medical Centre di Durham, North Carolina.

La ricerca ha anche suggerito che aggiungere una piccola dose di THC (2.5 mg) al regime standard antiemetico preventivo aiutava ad alleviare la nausea e il vomito acuti il giorno stesso della chemioterapia. Lo studio ha anche concluso che, nel ridurre la nausea e il vomito insorgenti dal secondo al quinto giorno dopo la chemioterapia, un trattamento continuativo con il solo THC o in associazione con l’ondansetron (un farmaco comunemente usato per combattere nausea e vomito) risultava più efficace del placebo ed equivalente all’ondansetron da solo. Si parla di nausea e vomito acuti quando i sintomi insorgono il giorno successivo alla chemioterapia; se invece si verificano oltre 24 ore dopo la chemioterapia, si parla di nausea ritardata e a volte in questo caso si tratta di sintomi risultanti da un insufficiente trattamento della sintomatologia in fase acuta.

64 soggetti sottoposti a chemioterapia emetogenica di grado moderato a elevato sono stati inclusi in uno studio a gruppi paralleli in doppio cieco, controllato su placebo, della durata di cinque giorni. I soggetti sono stati randomizzati in quattro gruppi terapeutici per la valutazione dal secondo al quinto giorno post-chemioterapia: 1. THC; 2. ondansetron; 3. THC e ondansetron associati e 4. placebo. Tutti i gruppi erano sottoposti ad una pre-chemioterapia antiemetica standard di desametasone (un corticosteroide) e ondansetron.

Al giorno 1 una buona risposta complessiva al trattamento antiemetico è stata osservata nel 79% dei soggetti cui erano stati somministrati 2.5 mg di THC in aggiunta alla terapia standard, in paragone al 40% dei soggetti sottoposti al solo trattamento antiemetico standard. Tra il secondo e il quinto giorno l’efficacia del THC è risultata paragonabile a quella dell’ondansetron. Entrambe sono comunque risultate significativamente superiori al placebo nel combattere la nausea e il vomito.

“Nonostante l’introduzione di nuovi trattamenti chemioterapici ed antiemetici dall’approvazione del Marinol nel 1985, rimane ancora un’esigenza non soddisfatta per i pazienti che soffrono di nausea e vomito”, ha affermato il Dr. Harold H Shlevin presidente della Solvay Pharmaceuticals.

(Fonte: Medical News Today del 16maggio 2005)

Scienza/Gran Bretagna: studio triennale sugli effetti terapeutici del THC nella sclerosi multipla

Il British Medical Research Council (MRC) finanzierà una sperimentazione triennale sul THC nella sclerosi multipla (SM). L’MRC ha stanziato due milioni di sterline (circa tre milioni di EURo)per finanziare lo studio CUPID (Cannabinoid Use in Progressive Brain Disease), che sarà condotto dal Dr. John Zajicek, professore alla Peninsula Medical School ed al Derriford Hospital, in collaborazione col Dr. Alan Thompson, professore al National Hospital for Neurology and Neurosurgery ed all’Istituto di Neurologia dell’University College di Londra.

Lo studio CUPID, il cui inizio è previsto entro quest’anno, recluterà 500 pazienti affetti da SM progressiva provenienti da vari centri neurologici del Regno Unito. La sperimentazione è intesa a valutare se il THC, il principale composto attivo contenuto nella cannabis, sia in grado di rallentare il processo disabilitante dell’infermità.

La ricerca prenderà le mosse a partire da una sperimentazione precedente condotta dalla stessa équipe, chiamata cannabinoidi nella SM (CAMS), che aveva focalizzato la valutazione del beneficio sintomatico da cannabinoidi lungo un periodo da 15 settimane a 12 mesi. Tale studio aveva evidenziato che detto composto era efficace sugli indici di spasticità e disabilità nei pazienti che avevano assunto il THC per 12 mesi, ma non in quelli che avevano interrotto la medicazione dopo 15 settimane. Dato che il CAMS era stato uno studio breve, si spera che, seguendo i pazienti nello studio CUPID per un più lungo periodo di tre anni, l’efficacia del THC nel rallentare la progressione della SM grazie alle sue proprietà neuroprotettive possa essere valutata più chiaramente.

Come ha affermato il Dr. Zajicek, “Allo stato attuale pochissimi farmaci sono efficaci nel trattamento della SM e nessuno si è dimostrato attivo negli stadi più avanzati della malattia. Se lo studio CUPID dimostra che i cannabinoidi hanno un’efficacia a più lungo termine sulla progressione dell’invalidità, ci sarebbero potenzialmente implicazioni a largo raggio, non solo per la salute dei malati di SM, ma anche per quelli affetti da altre patologie neurodegenerative.”

(Fonte: comunicato stampa della Peninsula Medical School del 24 maggio 2005)

Notizie in breve

USA: carte d’identità in California
Numerose contee della California hanno introdotto su scala statale un nuovo sistema di carte d’identità collegate alla cannabis terapeutica. Nella contea di Mendocino le carte d’identità sono ora disponibili a 50 $ USA l’una. Il nuovo sistema comporta che i pazienti utilizzatori di cannabis medica possano acquisire una carta che riconosciuta da tutte le autorità legali dello stato. I problemi potrebbero nascere dai differenti sistemi , dato che alcuni hanno emesso le loro proprie carte d’identità. (Fonte: Ukiah Daily Journal del 26 maggio 2005)

Spagna: farmacie
Secondo un’inchiesta del sito internet del Club delle Farmacie (Club de la Farmacia), tre su cinque farmacie spagnole appoggiano la distribuzione della cannabis per uso medico attraverso le farmacie. Solo l’11 % delle 200 farmacie di tutta la Spagna che hanno compilato il questionario non distribuirebbero in nessun caso la droga. La Catalogna ha in progetto uno studio pilota teso alla distribuzione di cannabis da parte di farmacie ed alcuni ospedali catalani. (Fonte: EURopa Press del 16 maggio 2005)

USA: Rhode Island
La Commissione Giustizia del Senato del Rhode Island del 19 maggio scorso ha approvato una legge sulla cannabis terapeutica con una maggioranza di nove a due. La legge, che ora dev’essere passata al voto del Senato, proteggerebbe i pazienti di cannabis terapeutica e chi li assiste dal rischio di essere arrestati. I pazienti che hanno i requisiti per usare la cannabis terapeutica avrebbero diritto a speciali carte d’identità recanti il loro nome ed il nome del loro principale fornitore d’assistenza. Gli stessi pazienti sarebbero poi autorizzati a possedere sino a 12 piante di cannabis e 2.5 once (70 g) di cannabis utilizzabile senza rischiare la prigione. Una legge analoga sarà discussa alla Camera dei Rappresentanti. Entrambe le leggi hanno buone probabilità di essere approvate in tutt’e due i rami del Parlamento. (Fonti: Associated Press del 18 maggio 2005; The Providence Journal del 20 maggio 2005)

Olanda: coffee-shops
Un progetto pilota prenderà l’avvio tra poco nella città di Maastricht, subito al di qua della frontiera con il Belgio e la Germania, dove la vendita di cannabis agli stranieri sarà bandita. Il governo di centro-destra vuole farla finita con gli stranieri, in primo luogo giovinastri, che caracollano sulle vie di città tipo Amsterdam per farsi una canna. “Vogliamo finirla con tute queste manifestazioni del turismo finalizzato alle droghe, cioè che la gente venga in Olanda per usare droghe leggere o per portarsele a casa” ha affermato il portavoce del ministro della giustizia Wim Kok. (Fonte: Reuters del 23 aprile 2005)

Germania: Baviera
Un paziente bavarese affetto da AIDS che usava la cannabis contro la nevralgia e l’anoressia è stato condannato dal tribunale di Wofratshausen a una multa di 1350 €. Era accusato del possesso di 15.5 g di cannabis. Il giudice Helmut Berger ha dichiarato che l’imputato avrebbe potuto usare altri farmaci. Tuttavia, ha tenuto conto delle motivazioni dell’uso di cannabis da parte dell’imputato riducendogli la multa originaria di 2150 €. Negli stati meridionali il possesso di cannabis è solitamente gravato da penalità maggiori che non in quelli settentrionali della Germania, dove questo caso si sarebbe probabilmente risolto con una semplice ammonizione. (Fonti: Isar-Loisachbote del 21 maggio 2005, comunicazione personale)

Scienza: osteoporosi
Ricercatori dell’Università di Aberdeen, Regno Unito, hanno dimostrato che il blocco dei recettori cannabinoidi previene la perdita di osso e potrebbe risultare utile nel trattamento dell’osteoporosi. Il Dr. Stuart Ralston, che ha guidato la ricerca, ritiene che d’altra parte i cannabinoidi potrebbero avere un effetto negativo. “Noi non abbiamo studiato i consumatori di cannabis, ma il lavoro che abbiamo fatto sembrerebbe dimostrare che se si usa cannabis in grande quantità, questa potrebbe favorire le cellule osteoclastiche, il che sarebbe un male”, ha affermato. Tuttavia, non sono disponibili dati clinici a sostegno della sua ipotesi. (Fonti: The Independent del 23 maggio 2005; Idris AI, et al. Nat Med del 22 maggio 2005 [pubblicazione elettronica in anticipo sulla stampa])

Scienza: glaucoma
Recettori cannabinoidi CB2 sono stati scoperti nell’occhio e la loro attivazione favorisce il deflusso dell’umor acqueo. Così, i cannabinoidi che selettivamente attivano i recettori CB2 potrebbero risultare utili per ridurre l’aumentata pressione intraoculare nei pazienti affetti da glaucoma. (Fonte: Zhong L, et al. Invest Ophtalmol Vis Sci 2005; 46 [6]: 1988-92)

Scienza: infiammazione delle vie aeree
Una ricerca sull’animale ha provato che il cannabinoide sintetico WIN 55212-2, che esercita effetti simili al THC, inibisce l’infiammazione neurogenica nei tessuti delle vie aeree: Tale effetto antinfiammatorio è stato mediato dai recettori CB2. (Fonte: Yoshihara S, et al. J Pharmacol Sci 2005; 98 [1]: 77-82)

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