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Bollettino IACM del 11 Giugno 2005

Scienza: Il THC rallenta lo sviluppo dell’aterosclerosi in uno studio sull’animale.

Il THC protegge le arterie contro le modificazioni dannose che portano all’aterosclerosi, l’indurimento delle arterie, hanno trovato dei ricercatori dell’Università di Ginevra in Svizzera, in uno studio sull’animale. L’aterosclerosi è la causa primaria dell’ictus e delle miocardiopatie. Lo studio pubblicato sul giornale Nature ha rivelato che il THC può bloccare il processo infiammatorio che è largamente responsabile dei cambiamenti dei vasi. L’infiammazione si associa ai depositi di grasso per restringere le arterie.

Gli scienziati hanno studiato un ceppo di topi suscettibili all’aterosclerosi. Agli animali è stata somministrata una dieta ipercolesterolica per far loro sviluppare dei depositi aterosclerotici. L’aggiunta di THC alla loro dieta ha indotto un marcato rallentamento nella crescita delle ostruzioni delle loro arterie dopo 11 mesi. Le dosi di THC somministrate erano relativamente basse (1 mg/kg di peso corporeo), troppo basse per determinare effetti psicologici nei topi. Dosi più alte e più basse non avevano effetto protettivo. La dose efficace corrisponderebbe a dosi moderate nell’uomo. Tuttavia, non è chiaro attualmente in che misura i risultati possano essere trasferiti all’uomo.

L’effetto protettivo era mediato dagli effetti del THC sul sistema immunitario. I ricercatori svizzeri hanno trovato che certe cellule ematiche (linfociti) dei topi trattati col THC secernevano meno gamma-interferon, una molecola che promuove l’infiammazione, e che la migrazione di certe cellule immunitarie (macrofagi) alle pareti dei vasi era inibita. I topi che hanno ricevuto anche un antagonista dei recettori CB2, che bloccava gli effetti del THC su questo recettore, continuavano a sviluppare aterosclerosi ad un ritmo accelerato. Il recettore CB2 si trova principalmente sulle cellule del sistema immunitario. Gli autori hanno notato che “il THC o i cannabinoidi con attività sul recettore CB2 potrebbero essere bersagli validi per trattare l’aterosclerosi”.

In varie altre patologie è stato dimostrato che il THC riduce l’infiammazione riducendo i mediatori proinfiammatori (citochine), compreso il gamma-interferon (IFN-gamma), il fattore alfa di necrosi tumorale (TNF-alfa) e varie interleuchine. Il THC ha ridotto l’infiammazione in vari modelli animali, tra cui i modelli di artrite e sclerosi multipla.

(Fonti: Times Online del 7 aprile 2005, Associated Press del 6 aprile 2005, Steffens S et al. Low dose oral cannabinoid therapy reduces progression of atherosclerosis in mice. Nature 2005; 434 [7034]: 782-6)

Notizie in breve

Spagna: assoluzione
Un giudice ha assolto due uomini accusati di traffico di droga poiché uno dei due usava la cannabis confiscata per curare il dolore cronico lombosacrale che non rispondeva sufficientemente ai trattamenti disponibili. La polizia aveva trovato 17 piantine di cannabis nel loro giardino nel settembre 2003. Le piante, in seguito a essiccazione, pesavano1. 43 kg e contenevano il 3.1% di THC. Si tratta della prima sentenza del genere nelle Asturie, una delle regioni autonome della Spagna con capoluogo Oviedo. (Fonte: La Nueva España del 13 aprile 2005)

Scienza: glaucoma
Ricercatori italiani hanno trovato che le concentrazioni di endocannabinoidi nel corpo ciliare degli occhi di pazienti con glaucoma sono più basse che negli occhi di soggetti sani. Tali risultati suggeriscono che questi cannabinoidi endogeni potrebbero svolgere un ruolo in questa malattia , particolarmente per quanto riguarda la regolazione della pressione intraoculare. (Fonte: Chen J et al. Biochem Biophys Res Commun 2005; 330 [4]: 1062-7)

Scienza: ecstasy e cannabis
Ricercatori britannici hanno riferito che utenti di ecstasy che non facevano uso di cannabis erano più aggressivi e lamentavano più sintomi somatici degli utenti di ecstasy che fumavano cannabis su base mensile o settimanale. L’uso pesante di cannabis nel passato era stato associato a più sintomi paranoidi. Gli scienziati hanno concluso che “l’uso moderato di cannabis potrebbe aiutare a migliorare o mascherare l’aggressività indotta da MDMA e sintomi somatici. Tuttavia, questo studio conferma che un uso pesante di cannabis ed ecstasy è associato a vari problemi psicobiologici, che potrebbero emergere dopo un periodo di astinenza da entrambe le droghe.” (Fonte: Milani RM et al. Hum Psychopharmacol 2005 Apr 7; [pubblicazione elettronica precedente la stampa])

Scienza: tumori cerebrali
Livelli massivamente aumentati di endocannabinoidi sono stati trovati nei tessuti di due tumori cerebrali (glioblastoma e meningioma) rispetto a tessuto cerebrale umano sano. I ricercatori hanno concluso che l’aumentato livello di endocannabinoidi “scoperti nei due tipi di tessuto tumorale potrebbero possibilmente agire come mediatori antitumorali endogeni per stimolazione di meccanismi mediati da recettori sia cannabinoidi che non cannabinoidi.” (Fonte: Petersen G et al. J Neurochem 2005; 93 [2]: 299-309)

Scienza: schizofrenia
Ricercatori hawaiani hanno indagato se l’esordio di sintomi schizoidi in utenti regolari di cannabis precedevano l’inizio del consumo di cannabis o se tali sintomi conseguivano all’uso di cannabis. Il loro studio, condotto su un vasto campione di studenti universitari (N=189) ha trovato che questi sintomi generalmente erano presenti prima dell’inizio del consumo di cannabis, un’osservazione che non supporta le tesi di un nesso causale tra uso di cannabis e schizofrenia (Fonte: Schiffman J et al. Psychiatry Res 2005; 134 [1]: 37-42)

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