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Bollettino IACM del 21 Dicembre 2002

Scienza: Bloccante del catabolismo dell’anandamide riduce l’ansietà

Secondo un recente studio, potrebbero essere usate per trattare ansia e depressione le sostanze che bloccano l’enzima responsabile del catabolismo dell’endocannabinoide anandamide.

Gli endocannabinoidi agiscono similmente al THC sul recettore dei cannabinoidi, ma il loro effetto è di breve durata in quanto essi vengono rapidamente scissi in prodotti del catabolismo dall’enzima FAAH (idrolasi delle amidi degli acidi grassi). Gli inibitori delle FAAH prolungano e quindi amplificano gli effetti degli endocannabinoidi. Due inibitori delle FAAH, URB532 e URB597, sono stati testati in modelli animali di ansia e depressione. Quando venivano loro somministrate le sostanze, gli animali squittivano meno se soggetti a isolamento ed erano meno esitanti se posti in un labirinto. Tali effetti si accompagnavano ad un aumento dei livelli cerebrali di anandamide.

Secondo il coordinatore della ricerca, Daniele Piomelli, professore di farmacologia dell’Università di California a Irvine, l’effetto di queste droghe sperimentali è analogo a quello degli antidepressivi, che spingono verso l’alto i livelli encefalici di un altro neurotrasmettitore, la serotonina. Secondo Piomelli, inoltre, come certi soggetti presentano bassi livelli di serotonina, così è possibile che certuni presentino bassi livelli di anandamide.

(Fonti: Kathuria S, et al. Nat Med 2002 Dec 2; United Press International, 30 Novembre 2002, Associated Press, 30 Novembre 2002)

USA: Le leggi sulla cannabis terapeutica non interferiscono con l’applicazione della legislazione sulle droghe

Secondo un’inchiesta dell’Ufficio Generale della Contabilità (GAO), le leggi statali che legalizzano l’uso medico della cannabis stanno operando essenzialmente nel senso indicato dagli elettori e non hanno portato ad abusi su vasta scala.

Secondo il rapporto, “I rappresentanti ufficiali di oltre la metà delle 37 autorità legislative federali, statali e locali appartenenti a quattro stati, che abbiamo intervistato, hanno affermato che l’introduzione della cannabis terapeutica non ha significativamente modificato il loro volume di attività”. Anzi, in alcuni casi le stesse autorità hanno affermato che le leggi sulla marijuana avevano avuto per effetto un “generale ammorbidimento”dell’atteggiamento del pubblico verso la marijuana, mentre “nessuno degli ufficiali federali con cui abbiamo parlato ha lasciato intendere che in alcuno degli stati, compresa la California, si fossero verificati abusi della legge sulla marijuana medica”.

Sia il numero dei pazienti che fanno ricorso alla cannabis terapeutica, che quello dei medici che la prescrivono è relativamente basso in Alaska, Hawaii ed Oregon. Solo l’1-3 percento dei medici nell’Oregon e ad Hawaii – i due stati in cui esistono gli archivi – hanno prescritto la cannabis ai loro pazienti. La maggioranza dei pazienti registrati avevano più di 40 anni. Secondo il rapporto, “Il dolore grave e gli spasmi muscolari sono le patologie più frequenti per cui viene prescritta la marijuana”.

Secondo le sue stesse parole, “L’ufficio Generale della Contabilità degli Stati Uniti (GAO) è un’agenzia che lavora per il Congresso e il popolo americano. Il Congresso chiede al GAO di studiare i programmi e le spese del governo federale. (…) Il GAO poi suggerisce al Congresso ed ai dirigenti delle agenzie esecutive le modalità per rendere più efficienti i programmi.”
Il rapporto del GAO, “Marijuana: early experiences with four states' laws that allow use for medical purposes," è disponibile online sul sito: www.gao.gov/new.items/d03189.pdf.

(Fonti: United Press International, 30 November 2002 e Associated Press, 30 November 2002)

Scienza: la cannabis non è una “droga di passaggio”

Uno studio condotto dal RAND – Centro di Ricerca per le Politiche sulla Droga – contraddice la teoria in base alla quale la marijuana agisce come cosiddetta “droga di passaggio” verso droghe più dannose come l’eroina o la cocaina. Utilizzando dati provenienti dal National Household Survey on Drug Abuse tra il 1982 ed il 1994, lo studio ha concluso che gli adolescenti che hanno assunto droghe “pesanti” erano predisposti a farlo sia che avessero o non avessero provato prima la cannabis.

Secondo Andrew Morral, autore principale dello studio, “Abbiamo dimostrato che l’effetto ‘droga di passaggio ’ della marijuana non è la migliore spiegazione del legame fra uso della marijuana ed uso di droghe pesanti. Per spiegare le modalità del consumo di droghe in questo paese si può far ricorso a modelli alternativi, più semplici e più convincenti piuttosto che quello della ‘droga di passaggio ’.

Le persone che sono predisposte, e hanno l’occasione, di usare droghe, hanno maggiori probabilità di altre di far uso sia della marijuana che di droghe più pesanti. La marijuana tipicamente ve per prima semplicemente perché è più disponibile. Incorporando questi dati di fatto nel nostro modello matematico di uso adolescenziale di droghe, siamo stati in grado di spiegare tutte le associazioni riguardanti tale uso che erano state attribuite all’effetto ‘droga di passaggio ‘ “.

Secondo Charles R. Schuster, già direttore del National Institute on Drug Abuse ed attualmente direttore dell’ Addiction Research Institute presso la Wayne State University, “Questo è uno studio molto importante e con implicazioni rilevanti per la politica di controllo della cannabis. Posso solo sperare che lo si legga con obiettività e lo si valuti per i suoi contenuti, e non lo si respinga a priori perché smentisce le convinzioni della maggioranza dei politici”

(Fonti: RAND News Release, 2 Dicembre 2002 www.rand.org, Reuters, 2 Dicembre 2002)

Notizie in breve

Scienza: Esame comparativo di THC e cannabis
Si sono messi a raffronto fumo di cannabis al 3.1% di THC e 20 mg di THC per os, entrambi presi quattro volte al dì. Gli effetti osservati sono stati simili, anche se alcuni effetti del fumo di cannabis sono risultati al tempo stesso più pronunciati e meno propensi allo sviluppo di tolleranza. Entrambe le droghe hanno incrementato l’ingestione di cibo durante i tre giorni in cui sono state somministrate, ma il loro effetto sulle prestazioni psicomotorie è stato minimo.
(Fonte: Hart CL, et al. Psychopharmacology (Berl) 2002 Dec;164(4):407-15.)

USA: California
Reagendo alle incursioni compiute dalla DEA nelle cooperative californiane per la cannabis terapeutica, numerose città dello stato, compresi i consigli comunali di S.Francisco, Berkeley e Sebastopoli, hanno dato direttive alle polizie locali di cessare la collaborazione con gli agenti federali. (Fonte: Los Angeles Times, 21 Novembre 2002)

USA: Vermont
Il Comitato di Studio sulla Cannabis Terapeutica dello Stato del Vermont, comprendente un giudice, il capo della polizia, il procuratore generale, oltre a vari medici e pazienti, è giunto alla conclusione che la marijuana ha valore terapeutico. Nella sua ultima riunione del 5 dicembre, il Comitato ha concordato che il governo federale aveva sbagliato a classificare la marijuana come una droga senza valore medico. (Fonte: Associated Press, 6 Dicembre 2002)

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