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Bollettino IACM del 26 Dicembre 2003

USA: Una corte federale d’appello sentenzia che l’uso medico di cannabis è permesso in certe circostanze

In una decisione che farà epoca, la Nona Corte d’Appello ha deciso a favore sia delle persone che usano cannabis a scopo medico, sia del principio costituzionale del federalismo. Il 16 dicembre la corte ha stabilito che la legge federale Controlled Substances Act del 1970, che mette fuorilegge l’uso di marijuana può non applicarsi a persone con una raccomandazione medica, negli stati che hanno leggi sulla marijuana medica.

In una sentenza (2 giudici favorevoli contro 1 contrario) la corte ha stabilito che perseguire questi consumatori di cannabis medica è incostituzionale se la cannabis non è venduta o trasportata attraverso confini di stato per motivi non-medici. “La coltivazione non a fini di commercio, il possesso e l’uso all’interno di uno stato per scopi personali terapeutici su consiglio di un medico è di fatto di natura differente dal traffico di droga”, ha scritto il giudice Harry Pregerson a nome della maggioranza.

Il caso riguardava due donne californiane seriamente ammalate, Angel Raich, che ha un tumore cerebrale inoperabile, e Diane Monson, che ha grave dolore lombare. Esse hanno portato in giudizio Il Procuratore Generale John Ashcroft e hanno chiesto un’ordinanza della corte che permettesse loro di usare, coltivare o procurarsi cannabis senza temere accuse da parte del governo federale.

Il caso sottolinea il conflitto fra la legge federale e quella Californiana del 1996 sulla marijuana medica. Alaska, Arizona, Colorado, Hawaii, Maine, Nevada, Oregon e Washington hanno leggi simili alla California, che è stata il centro degli sforzi federali di interdizione. La Nona Corte d’Appello, la più grande del Paese, non ha giurisdizione su Colorado e Maine. Gli esperti legali si aspettano che il Ministero della Giustizia faccia appello presso la Corte Suprema.

(Fonti: Associante Press del 16 Dicembre 2003, Reuters del 16 Dicembre 2003. Los Angeles Times del 16 Dicembre 2003, National Review del 19 Dicembre 2003)

Spagna: I farmacisti di Barcellona vogliono distribuire cannabis per uso medico

L’organizzazione dei farmacisti di Barcellona ha iniziato a valutare il livello di automedicazione con cannabis, secondo Rafael Borràs, portavoce dell’organizzazione per le droghe e l’AIDS. L’indagine è iniziata in settembre e circa 100 pazienti hanno finora partecipato.

Oggi solo il nabilone, un derivato sintetico del THC, che è importato dalla Gran Bretagna, può essere prescritto dai medici spagnoli. Ma Borràs propone di rendere cannabis standardizzata disponibile nelle farmacie "sotto stretto controllo e su ricetta medica" seguendo il modello olandese. I responsabili del rapporto hanno l’impressione che il numero di persone che usa la cannabis a scopo medico è aumentata in Spagna, ma non è possibile quantificarla. "Vogliamo analizzare quello che sta succedendo" ha detto Borràs. Lo studi indaga i motivi per l’uso medico di cannabis, i suoi effetti, e il modo in cui i malati se la procurano.

Informazioni sull’uso medico di cannabis è disponibile sul sito: www.farmaceuticonline.com/medicament/cannabis.html

(Fonte: La Voz de Galicia dell’8 Dicembre 2003)

Canada: Rifiutato lo stato di rifugiato politico a Steve Kubby

Un attivista statunitense per la marijuana medica che aveva chiesto asilo politico al Canada ha visto rigettare la sua domanda l’8 dicembre. Gli uffici canadesi per l’immigrazione e per la concessione dello stato di rifugiato hanno deciso che Steve Kubby non ha una preoccupazione fondata di essere perseguitato o torturato, or che c’era un rischio per la sua vita, se ritornasse al suo stato di residenza, la California.

Kubby è uno dei cittadini americani che si sono trasferiti in Canada negli anni recenti per sfuggire alle leggi sulla droga. Ha sostenuto di essere un obiettivo politico della polizia a causa delle sue convinzioni apertamente espresse a favore della marijuana medica. Ha detto che i 120 giorni di prigione a cui era stato condannato nel 2001 in California sarebbero per lui una sentenza di morte. Ha detto che se non fuma cannabis ogni ora, egli morirebbe per le complicazioni di un tumore surrenalico. Kubby è fuggito nella Columbia Britannica in Canada nel 2001 per evitare la prigione.

L’Ufficio ha detto che la cannabis sembrava aiutare Kubby a far fronte ai sintomi della malattia, ma non era chiaro se davvero lo tenesse in vita. Ha osservato che, secondo le leggi della California, egli avrebbe il diritto di usare cannabis a scopo medico. Inoltre, ha anche rifiutato la richiesta di asilo politico della moglie di Kubby, Michele, e delle loro due figlie.

(Fonti: Reuters dell’8 Dicembre 2003, Canadian Broadcasting Corporation dell’8 Dicembre 2003)

Notizie in breve

Canada: Il nuovo primo ministro e la cannabis
Il primo ministro Paul Martin ha detto che andrà avanti con la legislazione, proposta per la prima volta dal suo predecessore Jean Chretien, per eliminare le sanzioni penali per il possesso di piccole quantità di marijuana. Ma ha accennato che vorrebbe vedere una nuova definizione di “piccola quantità”, e ha invitato un comitato parlamentare a valutare se è il caso di abbassare il limite, originariamente fissato in 15 grammi. Sul punto centrale della legge, tuttavia, ha insistito che non si ottiene “assolutamente niente a sporcare la fedina penale di giovani trovati in possesso di minime quantità”. (Fonte: Canadian Press del 18 Dicembre 2003)

Scienza: Dolore neuropatico
L’effetto di un trattamento ripetuto con un cannabinoide di sintesi (WIN 55,212-2) sul dolore neuropatico indotto nei ratti per compressione cronica del nervo sciatico è stato indagato. Basse dosi del cannabinoide somministrate giornalmente fino allo sviluppo di neuropatia, hanno eliminato l’iperalgesia (aumentata sensibilità al dolore). 14 giorni dopo la lesione, il livello di sostanze conosciute per essere implicate nel dolore neuropatico, come la prostaglandina E2 e l’ossido nitrico erano aumentate. Il trattamento ripetuto con il WIN 55,212-2 ha abolito tali aumenti. (Fonte: Costa B, et al. Br J Pharmacol 2003 Dec 8 [pubblicazione elettronica in anticipo rispetto alla pubblicazione a stampa])

Scienza: Droghe e violenza
La probabilità di un’aggressione fisica contro i partner nella dipendenza da droghe è stata esaminata in 149 uomini durante un periodo di 15 mesi. La probabilità di aggressione fisica nei giorni di non uso è stata confrontata con quella nei giorni di uso. Fra le sostanze psicoattive esaminate, l’uso di alcool e cocaina era associato con significativi aumenti delle aggressioni fisiche, mentre quello di cannabis e oppiacei non era associato con un aumento di aggressione da parte dei partner maschi. (Fonte: Fals-Stewart W, et al. Addict Behav 2003;28(9):1555-74)

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