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Bollettino IACM del 07 Febbraio 2013

Scienza/Israele: L'uso medico della cannabis può fornire un sollievo significativo per chi soffre di malattie croniche

I ricercatori dell'Università di Tel Aviv sostengono che un trattamento con la cannabis può migliorare l'appetito, alleviare il dolore cronico ed oltre. Un rapporto del Tel Aviv University's American Friends, ristampato in Science Daily, dice che "Anche se controversa, la cannabis medica sta sempre più guadagnando credito come una terapia valida, offrendo sollievo per chi soffre di malattie come il cancro, sindrome da stress post-traumatico, SLA ed altre".

Nella casa di cura Hadarim, 19 pazienti di età compresa tra i 69 e i 101 anni, sono stati trattati per un anno con cannabis medica contro sintomi quali dolore, mancanza di appetito, spasmi muscolari e tremori. Nel corso dello studio 17 pazienti hanno raggiunto un peso salutare. Spasmi muscolari, rigidità, tremori e dolori si sono ridotti in modo significativo. Quasi tutti i pazienti hanno riferito un aumento delle ore di sonno ed una diminuzione degli incubi. I ricercatori hanno scoperto che c'è stato un calo notevole della quantità di farmaci prescritti presi dai pazienti, come antipsicotici, farmaci per il trattamento del Parkinson, stabilizzatori dell'umore ed antidolorifici, osservando inoltre che questi farmaci hanno gravi effetti collaterali. Alla fine dello studio, il 72% dei partecipanti sono stati in grado di ridurre l'assunzione di farmaci di una media di 1,7 farmaci al giorno.

It's True: Medical Cannabis Provides Dramatic Relief for Sufferers of Chronic Ailments

Medical Cannabis Provides Dramatic Relief for Sufferers of Chronic Ailments, Israeli Study Finds

Scienza/Umana: Un recente studio epidemiologico che suggerisce un legame tra uso di cannabis in età adolescente e riduzione dell’intelligenza potrebbe essere giunto a conclusioni errate

Secondo uno studio norvegese, un precedente studio fondamentale che suggeriva un legame tra uso di cannabis da parte degli adolescenti e riduzione dell’intelligenza, potrebbe non aver analizzato i dati in modo corretto, con eventuali cali di intelligenza dovuti più probabilmente al più basso status socio-economico piuttosto che alla cannabis in se. Il nuovo articolo è stato pubblicato sulla rivista PNAS, Proceedings of National Academy of Sciences degli Stati Uniti d'America. Ole Rogeberg, economista presso il Frisch Centre for Economics Research di Oslo, ha dichiarato a Routers: "Il mio studio dimostra in sostanza che i metodi utilizzati e le analisi presentate nella ricerca originale non sono sufficienti per escludere altre spiegazioni (per il basso QI)".

Il Dunedin Study è un studio in corso condotto dalla New Zealand's University di Otago, monitorando 1037 bambini della Nuova Zelanda nati tra aprile 1972 e marzo 1973. Lo studio li ha seguiti per 40 anni. Ai partecipanti sono stati periodicamente testati QI ed altri indici, tra cui l'assunzione di droga, e nel 2012 il psicologo clinico Madeline Meier ha realizzato uno studio dicendo che c'era un legame tra l'uso di cannabis in età adolescente ed un QI più basso. Nel suo articolo Rogeberg ha concluso: "Una simulazione del modello di confusione riproduce le associazioni riportate dalla coorte Dunedin, suggerendo che gli effetti causali stimati da Meier ed altri sono probabilmente sovrastimati e che il vero effetto potrebbe essere pari a zero. (...) Anche se sarebbe troppo azzardato dire che i risultati sono stati screditati, la metodologia è difettosa e la conclusione sulla causa è tratta da risultati prematuri.

Rogeberg O. Correlations between cannabis use and IQ change in the Dunedin cohort are consistent with confounding from socioeconomic status. Proc Natl Acad Sci U S A. 2013 Jan 14. [in stampa]

Reuters of 23 January 2013

Scienza/Umana: Secondo uno studio sperimentale il CBD può essere utile nei disturbi d'ansia

In un esperimento con 48 soggetti sani sottoposti ad un test di paura condizionata, il CBD (cannabidiolo) ha migliorato il consolidamento del successivo apprendimento dell’estinzione della paura, e può quindi essere utile nei disturbi d'ansia. Gli scienziati della Clinical Psychopharmacology Unit del University College di Londra, Regno Unito, hanno condotto un esperimento di condizionamento classico. Uno stimolo neutro, in questo caso una casella colorata, è stato seguito da un secondo stimolo (sgradevole), in questo caso scosse elettriche. Successivamente, il primo stimolo (neutro) ha provocato una reazione fisica, poiché il soggetto si aspettava che seguissero le scosse elettriche. Nell’apprendimento dell’estinzione questa risposta appresa al primo stimolo veniva eliminata quando questo stimolo era presentato in assenza di scosse. L’apprendimento dell’estinzione è un approccio di prima linea per il trattamento dei disturbi d'ansia.

I partecipanti hanno ricevuto 32 mg di CBD prima oppure dopo l'estinzione con un sistema controllato con placebo in doppio cieco. Il condizionamento e l’estinzione hanno avuto successo in tutti i gruppi di trattamento. Il CBD dato post-estinzione ha aumentato il consolidamento dell'apprendimento dell’estinzione. Non è stato trovato nessun effetto collaterale del CBD usato nell’estinzione. Gli autori hanno concluso che "questi risultati forniscono la prima evidenza che il CBD può migliorare il consolidamento dell’apprendimento dell’estinzione negli esseri umani e suggeriscono che il CBD possa avere un potenziale come aggiuntivo alle terapie per i disturbi d'ansia basate sull’estinzione."

Das RK, Kamboj SK, Ramadas M, Yogan K, Gupta V, Redman E, Curran HV, Morgan CJ. Cannabidiol enhances consolidation of explicit fear extinction in humans. Psychopharmacology (Berl). 2013 Jan 10. [in stampa]

USA: Corte federale respinge una petizione per riclassificare la cannabis

Il 22 gennaio una corte d'appello federale ha stabilito che ci sono alcune prove a sostegno delle rivendicazioni dei benefici della canapa per la salute, ma non abbastanza per prevalere sul giudizio del governo degli Stati Uniti il quale sostiene che la sostanza dovrebbe essere strettamente controllata. La sentenza dice che la Drug Enforcement Administration può tenere la marijuana (cannabis) nella lista delle sostanze più pericolose e strettamente controllate, accanto all’eroina.

I sostenitori della cannabis medica hanno reclamato nel 2011 una riclassificazione alla DEA. Ma la Corte di Appello di Washington DC, ha detto che i richiedenti, tra cui Americans for Safe Access, non sono riusciti a dimostrare in maniera convincente che la cannabis ha un utilizzo medico efficace, accettato e sicuro. Senza ulteriori prove scientifiche il giudice deve rinviare la questione alla DEA, ha scritto il giudice Harry Edwards. Dal 1970, il governo degli Stati Uniti ha classificato la marijuana come una droga Tabella I, una categoria riservata per sostenze senza uso medico ed alto potenziale di abuso.

Reuters of 22 January 2013

Notizie in breve

Scienza: 6 ° Workshop EURopeo sui cannabinoidi
Il 6 ° Workshop EURopeo sui cannabinoidi si terrà dal 18 al 20 aprile 2013 presso il Trinity College di Dublino, Irlanda.
Conference website

Scienza/Umana: In un sondaggio l'uso di cannabis non ha influenzato la gravità dell'epilessia
L'uso di cannabis non ha influenzato la gravità dell’epilessia, mentre l'uso di altre droghe illegali ha portato ad un peggioramento delle convulsioni. Questo è il risultato di un sondaggio con 310 pazienti affetti da epilessia. Di tutti i pazienti, 63 (il 20,3%) hanno riportato di aver consumato cannabis dopo che era stata diagnosticata l'epilessia, e 16 (5,2%) ha usato altre droghe illecite. Il consumo di cannabis non ha per lo più influenzato l'epilessia (nel 84,1% dei casi).
Department of Neurology, Charité-University Hospital Berlin, Germany.
Hamerle M, et al. EUR J Neurol. 2013 Jan 11. [in stampa]

USA: Il sindaco di San Diego ferma il giro di vite sui dispensari di cannabis
Il sindaco di San Diego Bob Filner ha ordinato ai procuratori civili di "fermare il giro di vite sui dispensari di marijuana". L'annuncio segna un cambiamento nelle azioni penali contro i dispensari nella seconda città più grande della California. Nel 2011 il procuratore della città aveva avviato azioni legali in esecuzione del codice contro più di 100 dispensari di cannabis medica facendone chiudere la maggior parte.
Reuters of 11 January 2013

Lussemburgo: Il medico che aveva prescritto cannabis Bedrocan ottiene una sentenza mite
Il 10 gennaio è stata consegnata da un tribunale di Diekirch la sentenza nella vicenda cannabis sul medico Jean Colombera. Il Dr Colombera aveva prescritto cannabis della società olandese Bedrocan a 25 dei suoi pazienti, il che non è consentito in Lussemburgo. Secondo il giudice il medico ha violato la legge, ma è stato guidato dalla sua intenzione di aiutare i suoi pazienti senza alcun atteggiamento criminale. Il giudice si è astenuto dall’infliggere pene di detenzione o multe e la sentenza è stata sospesa per un anno. Gli è stato permesso di continuare il suo lavoro di medico e sarà assolto se rispetterà le leggi in questo periodo. (Comunicazione personale di Jean Colombera)

Scienza/Animale: Il CBD inibisce l'attività di un certo enzima del fegato
Il cannabinoide naturale della pianta CBD (cannabidiolo), inibisce l'attività dell'enzima citocromo P450 2C19. Gli enzimi del complesso citocromo P450 sono responsabili della degradazione di farmaci. I farmaci che sono degradati dall'enzima 2C19 del complesso, inclusi molti inibitori della pompa protonica e antiepilettici, possono essere degradati più lentamente se somministrati in combinazione con CBD.
Faculty of Pharmaceutical Sciences, Hokuriku University, Japan.
Jiang R, et al. Drug Metab Pharmacokinet. 2013 Jan 15. [in stampa]

Scienza/Umana: Le varianti del gene del recettore CB1 sono associate con i movimenti intestinali
In uno studio con 455 pazienti con sindrome dell'intestino irritabile e 228 individui sani, alcune varianti del gene del recettore dei cannabinoidi-1 sono stati associate con i movimenti del colon. Gli autori hanno scritto: "Questi dati supportano l'ipotesi che i recettori dei cannabinoidi possano avere negli esseri umani un ruolo nel controllo del transito intestinale e relative percezioni e meritano un ulteriore studio come potenziali mediatori o bersagli terapeutici nel disordine funzionale gastrointestinale inferione (FGID)."
Mayo Clinic, Rochester, USA.
Camilleri M, et al. Am J Physiol Gastrointest Liver Physiol. 2013 Jan 10. [in stampa]

Scienza/Animale: Gli endocannabinoidi riducono i sintomi di astinenza da oppiacei
L’inibizione della degradazione degli endocannabinoidi ha ridotto l’astinenza in topi dipendenti da morfina. Gli autori hanno concluso che l'inibizione dell’endocannabinoide "rappresenta un approccio promettente per il trattamento della dipendenza da oppiacei."
Medical College of Virginia, Virginia Commonwealth University, Richmond, USA.
Ramesh D, et al. Neuropsychopharmacology. 2013 Jan 3. [in stampa]

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