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Bollettino IACM del 03 Maggio 2003

USA: Città della California diffida il governo federale dal proibire la cannabis terapeutica

La città e la contea di Santa Cruz, a sud di San Francisco, si sono associati il 23 aprile alla denuncia contro il governo federale presentata dall’Alleanza per la Marijuana Medica (WAMM) e da sette pazienti che sostenevano che i loro diritti civili erano stati violati lo scorso settembre dall’incursione in un’azienda agricola produttrice di cannabis terapeutica. “Questa è una buona occasione per appoggiare quel settore della nostra comunità che ha più bisogno d’aiuto” ha affermato il sindaco di Santa Cruz, Emily Reilly.

Il procedimento legale intentato contro il procuratore generale John Ashcroft, l’amministratore della DEA (Agenzia per la repressione della Droga) John Brown e il capo dell’Ufficio per le politiche di controllo delle droghe della Casa Bianca John Walters, segna l’ultima battaglia tra la California e il governo federale sulla marijuana medica. I querelanti dicono di sperare che la loro denuncia possa innescare una valanga di denunce analoghe.

Nel 1992 il 77% degli elettori di Santa Cruz approvarono una misura per por termine alla proibizione della marijuana medica. Quattro anni dopo, gli elettori californiani approvarono la “Proposition 215”, che permette l’uso della cannabis a scopi medici. E nel 2000 il consiglio comunale ha approvato un’ordinanza che consentiva la coltivazione e l’uso senza prescrizione della marijuana medica..

(Fonti: Reuters del 22 aprile 2003, Associated Press del 23 aprile 2003)

Scienza: I cannabinoidi prevengono lo sviluppo dell’insufficienza cardiaca in uno studio su animali

L’insufficienza cardiaca è una possibile grave complicanza di un attacco cardiaco o di altre malattie che danneggiano il cuore. Essa si verifica allorché il cuore perde la sua capacità di pompare una quantità sufficiente di sangue attraverso il corpo. Spesso essa si sviluppa lentamente lungo gli anni man mano che il cuore perde la sua capacità propulsiva.

Nei ratti l’insufficienza cardiaca si sviluppa nel volgere di 12 settimane a séguito di un grosso infarto miocardio. Un gruppo di scienziati dell’Università di Würzburg in Germania ha scoperto che la somministrazione quotidiana del cannabinoide sintetico HU-210 dopo l’infarto previene la caduta della pressione sanguigna (pressione sistolica ventricolare sinistra) nonché la disfunzione delle arterie (disfunzione endoteliale). Inoltre, il cannabinoide aumenta anche la pressione di riempimento del cuore sinistro (pressione telediastolica ventricolare sinistra), che invece potrebbe risultare negativa a lungo andare.

Il cannabinoide HU-210 attiva i recettori CB1 allo stesso modo del THC. I recettori CB1 si trovano non solo nell’encefalo dove causano i caratteristici effetti psichici, ma anche nel cuore e in molti altri organi. Il Dr. Jens Wagner e i suoi colleghi hanno trattato un altro gruppo di ratti con un bloccante selettivo del recettore CB1 che riduce la forza propulsiva del cuore dopo infarto miocardico.

I ricercatori hanno concluso che, messi in relazione ai risultati di altre ricerche, i loro studi mostrano che gli endocannabinoidi prodotti dal corpo stesso esercitano un effetto protettivo in séguito ad un attacco cardiaco. In un suo commento, il British Journal of Pharmacology afferma che “i sistemi cannabinoidi ed endocannabinoidi potrebbero quindi rappresentare utili strumenti terapeutici in séguito ad infarto miocardico”.

(Fonti: Wagner JA, et al. Br J Pharmacol 2003 Apr; 138(7): 1251-8; Hiley CR, Ford WR Br J Pharmacol 2003 Apr; 138(7): 1183-4; comunicato stampa dell’Università di Würzburg dell’ 11 aprile 2003)

Scienza: Immunoregolazione indotta da cannabinoidi nella sclerosi multipla

I cannabinoidi potrebbero essere d’aiuto non solo nel trattare i sintomi della sclerosi multipla come la spasticità e il dolore, ma anche avere un effetto positivo sui processi patologici che ne stanno all’origine. Tre nuove ricerche di base ed una sull’uomo aggiungono nuove informazioni rispetto a quelle già disponibili.

Un gruppo di scienziati spagnoli ha indotto nei topini una patologia immuno-mediata che serve da modello per la sclerosi multipla dell’uomo. Il trattamento con diversi cannabinoidi sintetici ha migliorato significativamente i deficit neurologici. Inoltre, i cannabinoidi hanno ridotto numerosi segni d’infiammazione, tra cui l’infiltrazione di certe cellule immunitarie (cellule T CD4+) nel midollo spinale.

Un gruppo statunitense ha investigato l’effetto del cannabinoide sintetico WIN55,212 sui parametri immunitari nello stesso modello animale della sclerosi multipla, trovando una diminuzione della produzione di interferon-gamma ed un’inibizione di varie citochine proinfiammatorie (TNF alfa, interleuchina 1 beta ed interleuchina 6).

D’altra parte, uno studio clinico condotto da ricercatori olandesi in 16 pazienti affetti da sclerosi multipla a cui erano state somministrate basse dosi di un estratto di cannabis per alcune settimane ha dimostrato un modesto incremento di interferon alfa. Dunque, è prematuro trarre deduzioni sull’effetto della cannabis o di singoli cannabinoidi sui processi immunitari sottesi alla sclerosi multipla.

Un altro studio non pubblicato ha trovato che i cannabinoidi naturali THC, CBD e CBN sembrerebbero ridurre l’attività di risposta di un sistema immunitario iperattivato, che può peggiorare uno stato neurodegenerativo. La Dr. Cecilia Hillard del Medical College del Wisconsin (USA) ha studiato le cellule microgliali del ratto, cellule immunitarie del cervello. I cannabinoidi inibivano la proliferazione delle cellule microgliali del ratto in laboratorio. “Quando sono iperattive, queste cellule fanno tutta una serie di danni che finiscono per produrre apoptosi, la morte dei neurociti” ha affermato la Dr. Hillard. I cannabinoidi presumibilmente frenerebbero questo processo di iperattività.

(Fonti: Arevalo-Martin A, et al. J Neurosi 2003 Apr 1; 23(7): 2511-6; Croxford JL, Miller SD J Clin Invest 2003 Apr; 111(8): 1231-40; Killestein J, et al. J Neuroimmunol 2003 Apr ; 137 (1-2) : 140-3 ; Reuters del 14 aprile 2003)

Notizie in breve

Scienza/Gran Bretagna: studio sulla malattia di Parkinson
Una sperimentazione clinica di 12 settimane su 24 pazienti di morbo di Parkinson è in corso presso l’Ospedale di Derriford a Plymouth (UK). Ai partecipanti viene somministrato un estratto incapsulato di cannabis fornito dall’Istituto per la Ricerca Oncologica ed Immunologica di Berlino (Germania). Lo studio è volto a ricercare gli effetti sulla discinesia, un effetto collaterale del trattamento a lungo termine del trattamento del Parkinson con levodopa. La discinesia indotta da levodopa è caratterizzata da spasmi involontari degli arti contro cui non esiste terapia efficace. Uno studio del 1998 con il derivato del THC nabilone dato a sette pazienti ha mostrato una riduzione di questi spasmi. (Fonti: BBC News del 17 aprile 2003; Sieradzan KA, et al. Mov Disord 1998; 13 (Suppl 2): 29)

USA: la DEA accetta petizione per la riclassificazione della cannabis
Il 3 aprile 2003 la DEA (Agenzia per la Repressione delle Droghe) ha accettato la petizione per la riclassificazione della cannabis che chiede il riconoscimento federale dell’accettazione dell’uso medico della cannabis negli Stai Uniti. La petizione è stata inoltrata dalla Coalizione per la Riclassificazione della Cannabis (CRC) l’11 ottobre 2002. Per maggiori informazioni vedi www.drugscience.org (Comunicato Stampa del CRC del 15 aprile 2003)

Canada: Cannabis terapeutica e tasse
Un fumatore di marijuana medica dell’Ontario ha detto di aver chiesto la deduzione dalle tasse delle sue spese mediche per la cannabis. “Non è un problema” ha affermato in un’intervista Alison Myrden. “Basta che i medici certifichino per iscritto che prescrivono la cannabis come medicina. Poi noi facciamo la fotocopia e mandiamo il tutto all’Ufficio Imposte allegata alla dichiarazione dei redditi”. (Fonte: Halifax Herald del 20 aprile 2003)

USA: La Casa Bianca fornisce ulteriori argomentazioni a favore della legalizzazione
L’Ufficio Nazionale per il Controllo delle Droghe (ONDCP) della Casa Bianca involontariamente fornisce ulteriori argomenti per la legalizzazione della cannabis. In una nuova pubblicità anti-droga, l’ONDCP spiega come la coltivazione illegale di cannabis danneggia l’ambiente, mostrando ad esempio che i coltivatori di marijuana bruciano la vegetazione autoctona, distruggendo così l’habitat naturale della fauna locale – un danno, peraltro, che potrebbe essere evitato se la cannabis rispettosa dell’ambiente naturale potesse essere coltivata legalmente. (Fonte: PRNewswire del 18 aprile 2003)

Mondo: L’ONU fornisce ulteriori argomentazioni a favore della legalizzazione
In un incontro al vertice sulle droghe a Vienna cui hanno partecipato più di 140 nazioni, i delegati hanno espresso la loro profonda preoccupazione per le “minacce rappresentate dai continui legami fra il traffico illegale di droghe e il terrorismo ed altre … attività criminali” – legami che non esisterebbero se queste droghe fossero legali. (Fonte: Associated Press del 17 aprile 2003)

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